La nave fantasma... Il relitto del Thistlegorn

Di giorno libero in giorno libero vi aggiorno sulle mie piccole esperienze egiziane… 
Lo scorso giovedì ho deciso che avrei fatto una bella immersione… dicono una delle più meritevoli del Mar RossoIl relitto del Thistlegorn. (video)

Parte del ponte della nave
Trattasi di una nave militare inglese che fu bombardata nel 1941 dai tedeschi. Cmq, è il famoso relitto ritrovato da Jacques Cousteau, che rinvenì a 30 m di profondità nel 1955 e della quale tenne l’ubicazione nascosta… per assicurarsi che nessuno la trovasse, face addirittura cadere il pennone, che era l’unica parte che dalla superficie si sarebbe potuta intravedere… chissà perché tanto mistero… Cmq, fatto sta che da quando l’ubicazione fu resa nota nel 1992, il relitto è divenuto una delle tappe preferite dai subacquei. Potevo mica lasciarmelo scappare! Così parto dall’albergo alle 6.30 di mattina: un minibus aspetta solo me per portarmi al porto di Sharm, dove avrei incontrato altre persone che si sarebbero immerse con me sulla nave. Che sonno… ma che bellezza! Un brivido mi corre lungo la schiena se penso alle fresche acque che mi aspettano… anche un po’ di tensione: penso alla colonna di acqua di 30 metri che avrò sulla testa… in fin dei conti non ho mai fatto immersioni prolungate a quelle profondità. Seduta vicino al guidatore che marcia a velocità supersonica sulla strada che si svolge nel deserto rosa, colorato dalla luce dell’alba pallida: l’orizzonte impreziosito dalla presenza della luna piena, che sembra enorme sospesa sulle montagne di roccia. Sarà Venere quella? Mi ricordo del mio Prof: diceva che la stella della sera e del mattino fu chiamata Venere per dedicare l’astro all’amore, ancor prima che si sapesse che fosse un pianeta: perché le prime ore della sera e le ultime della notte sono le più intense e ideali per fare l’amore… cosa comprovata dalla scienza che poi ha studiato l’andamento ormonale tipico dell’essere umano… chissà… Forse è vero. 

Io in tenuta subacquea
Arrivo a Sharm e lì incontro gli istruttori e le altre 6 o 7 persone che condivideranno questa avventura con me. Son l’unica ad avere il mutino: senza maniche e senza gambe… avrò un freddo terribile, lo so già! E mi do della picia… potevo chiedere al Diving una muta in prestito! Rimpiango la mia 7 mm che mi aspetta ancora illibata nell’armadio.
2 ore di navigazione… tra un sonnellino e la colazione a base di pane arabo, uova, pomodoro e miele. Arriviamo sul posto e per fortuna non ci son troppe barche! evvai! L’istruttore ci fa un breefing: immersione a 30 metri massimo, prima nuoteremo lungo il fianco della nave, poi risaliremo presso l’elica e ci addentreremo nella cabina del capitano dove potremo ammirare il suo calorifero e la sua vasca da bagno… poi seconda immersione, entreremo nella stiva della nave per vedere cosa c’è dentro… aiuto, mi sale l’ansia, ma mi devo costringere a stare calma. Sarò in grado di tenere l’assetto e non sbattere contro il soffitto?? Come sarà entrare dentro la nave? Calma Fra… ci prepariamo di tutto punto. Non ho con me un computer e dovrò affidarmi all’istruttore. 
Sta cosa non mi piace, devo assolutamente comprarne uno mio. Vabbè! Si scende… siamo pronti? Giù, giù, giù… piano piano perché già una volta ho tastato “l’effetto martini”, ovvero il senso di ebbrezza che si prova quando la pressione aumenta e il tuo sangue accumula azoto… ti gira la testa e ridi… ma non è divertente. . . Eccomi sulla nave: un gigante di metallo incrostato di corallo: la nave fantasma. L’effetto che ho avuto subito è quello della morte: un mostro silenzioso ed immobile, che una volta era alla luce del sole, e che ora riposa qui, immerso nel silenzio. 

Le moto nella stiva della nave fantasma
Ogni oggetto coperto da una crosta di corallo vivo che sembra scolpito a forma di oggetti che assurdamente si trovano nel mezzo della natura marina: missili, carro armati, fucili… sensazioni forti: la presenza di questi oggetti contrapposta all’inconsapevolezza dei pesci che vi nuotano intorno e che lì hanno i loro rifugi: stelle marine accoccolate comode sulle pareti della nave. Una nave da guerra morta, e il corallo vivo che cresce su di lui: è inevitabile una personificazione: il corallo cresce per nascondere questa belva immensa o cresce incrostando gli oggetti per renderli monumenti di pietra duratura? Sembra sia presente una volontà, anche se non capisco di quale natura, ma che fa pensare e che ti coglie con la sua pazienza e perseveranza. Piano piano ti ho ricoperto, ogetto estraneo, e stai diventando parte del mio mondo… mi fa rabbrividire, davvero: avete visto il film pirati dei caraibi, quello con Jonny Depp (gnam gnam)… il film dove c’è la nave fantasma. I marinai della nave sono maledetti, e vivono in fondo al mare sulla nave fantasma, senza pace, e piano piano il loro corpo si trasforma, incrostato di conchiglie e corallo, stelle marine, ed i tratti dei volti e le fattezze del corpo divengono sempre più simili ad agglomerati di paurose bestie marine che al termine si fondono con la nave. Ragazzi. Non ho parole per descrivere il senso di impotenza. Ma anche di meraviglia, intendiamoci! Innanzitutto le dimensioni colossali, e poi la sensazione di volare tra pavimetno e soffitto in piccoli ambienti dove una volta, alla luce del sole, gli uomini che ora non ci sono più, camminavano. C’è la vasca da bagno, piena di sabbia… e nella stiva decine e decine di camion parcheggiati, con decine di moto caricate sui vagoni ancora tutte disposte ordinatamente nello stesso verso! In fila, una accanto all’altra, come in esposizione, totalmente incrostate di mare, eccetto per le gomme, ancora integre e nere.

Locomotiva.... sottacqua??!! ebbene si...
E i pesci rossi nuotano tra i manubri. Tutto è buio e illuminiamo il percorso con torce, guardo il soffitto e tocco le bolle dei sub intrappolate che si muovono sulla mia testa come mercurio liquido.  Usciamo fuori e ci sorprende corrente forte… talmente forte che durante la sosta di decompressione che ho dovuto fare attaccata alla cima, sembravo una bandiera al vento, e temevo che la corrente mi portasse via la maschera. Mamma mia!  Dopo la seconda immersione pensavo di congelare… ci ho messo 10 minuti ad aprire una bustina di zucchero da mettere nel thè! Dopo pranzo mi son messa al sole, sui cuscini sulla prua della barca, a scaldarmi come una lucertola. Ho dormito con la soddisfazione della stanchezza fisica, e dell’accumulo di azoto. Mi son svegliata al tramonto e guardavo il mare davanti a me: chissà se qui ci sono delfini… e scrutavo l’orizzonte… e poi, magia… proprio davanti alla prua un delfino salta completamente fuori dall’acqua proprio davanti ai miei occhi, e poi scompare tra le onde col rumore del suo tuffo-regalo.  Grazie! La perfetta conclusione.

Commenti

davide cavigioli ha detto…
quella di venere è vera!!!...la sapevo anch'io...ce l'aveva detta Gallea...

Post popolari in questo blog

El-Tor - Il vero Sinai

Magica Argilla Verde